Come era prevedibile, ci ritroviamo ad inizio febbraio ancora nel pieno dell’epidemia, con inevitabili riflessi sull’economia in (quasi) tutti i settori produttivi e commerciali. Le aziende affannano e soprattutto non hanno ancora certezze sui tempi di una ripresa a pieno regime. Dinanzi ad uno scenario tutt’altro che rassicurante, le aziende cercano, con il fai da te, di resistere, tentando, quanto meno, di coprire i costi di gestione e non accumulare altri debiti. In effetti, spesso, si ritrovano nella difficile situazione in cui hanno esigenza di avere strutture funzionanti, aperte, operative ma lungi dall’avere un pieno regime che consenta la piena occupazione del personale dipendente. Cosa fare in tali circostanze? Laddove possibile, diventa importante riuscire a formare e riqualificare la propria struttura. L’azienda potrebbe cogliere questo momento di sofferenza ed impiegare i propri dipendenti, non ancora impegnati a ritmo incalzante nel pieno dell’attività aziendale, in corsi di formazione. In tal modo si raggiunge un duplice risultato: avere un personale più qualificato e pronto ad intercettare la ripresa nei mesi o anni futuri, e contenere il costo del lavoro, essendo le ore di formazione, in cui i dipendenti saranno impegnati, nella maggior parte dei casi, a carico, parziale o totale, dello stato. Focalizziamo l’attenzione su tre tipologie di interventi che, per quanto abbiano nature diverse, hanno le finalità precedentemente annunciate: Formazione 4.0, Fondo Nuove Competenze, Fondi Interprofessionali.
Dott. Antonio Sbrescia